Salmerini alla "sonda"

Come descritto nella pesca del Coregone, la tecnica alla sonda permette la cattura di molte specie ittiche che si nutrono di larve, in particolar modo di quelle di chironomo. Una di queste specie è il Salmerino alpino (Salvelinus alpinus), presente nella maggior parte dei laghi del nord d'Italia. Nel lago di Como è una specie naturalizzata introdotta intorno agli anni 30, che dopo aver subito un forte declino a causa della scarsa qualità delle acque, è in lenta ripresa, grazie anche alle "semine" effettuate nelle acque del lago. Il suo aspetto è simile alla trota, con il corpo più tondeggiante, la sua colorazione va dal bruno-verdastro del dorso, sfumando poi nel bianco del ventre. Lungo i fianchi sono presenti delle macchioline biancastre, mentre le pinne tendono all'arancione. E' una specie gregaria, vive in folti gruppi nelle acque profonde, fredde e ossigenate dei laghi.

Normative:

Nel lago di Como è consentito anche l’utilizzo dei seguenti attrezzi tradizionali: Amettiera per coregoni, con un massimo di 15 ami. Il limite di 15 ami va riferito al singolo pescatore, non al singolo attrezzo. In caso di utilizzo contemporaneo di più canne, non si deve pertanto superare il numero complessivo di 15 esche. Non si può pescare con l’amettiera   durante il periodo di divieto dei coregoni. Per la pesca ai coregoni con l’amettiera è inoltre necessario usare il tesserino provinciale segnapesci. In caso di utilizzo di un numero di esche superiore a 5 è consentito trattenere soltanto i coregoni e il salmerino alpino. Esemplari appartenenti ad altre specie devono essere immediatamente rilasciati.

 

Attrezzatura:

Come per la pesca del Coregone, può essere insidiato con la tecnica di pesca alla sonda, utilizzando sia la canna da spalla con la "ruota", sia il cannino. Personalmente utilizzo una canna simile ad un cannino, ma leggermente più lunga, ad azione medio rigida con vettino riportato molto sensibile. Ho scelto un attrezzo di questo genere per il fatto che il Salmerino ha un apparato boccale piuttosto duro da trafiggere con l'amo e pescando su fondali superiori ai 30 mt. la canna semi-rigida, mi permette di ferrare con una certa potenza, mentre il vettino riportato, mi permette di percepire le lievi tocche del pesce, avendo quindi a disposizione una canna abbastanza potente ma nello stesso tempo sensibile. Per quanto riguarda il resto dell'attrezzatura, sulla canna monto un mulinello classico tipo 2500, con avvolto del filo dello 0.24 senza memoria e abbastanza rigido oppure un trecciato dello 0.10 / 0.12. Un'amettiera del tipo da Coregone, con ami del n° 12 o 14 e moschette di colore viola, marroni o verde scuro, con un piombo terminale di 8-10 gr. completano la montatura.

Azione di pesca:

Raggiunto il luogo di pesca, con l'aiuto dell'ecoscandaglio (ricordo che in provincia di Como ne è permesso l'utilizzo solo per cercare il pesce e va spento durante la pesca) cerco il banco di pesci, dopodichè calo l'ancora a debita distanza dai pesci, valutando che con la brezza presente ci finirò sopra  (se non c'è aria è meglio pescare senza ancoraggio), poi preparato il tutto, calo la lenza e una volta giunta sul fondo, metto in tensione in modo di avere il vettino della canna a pochi centimetri dall'acqua con il filo in tensione e il piombo leggermente appoggiato al fondo, quindi, con mano ferma inizio una lentissima risalita verso l'alto con la punta della canna per circa 20/30 cm., dovrà essere un movimento lentissimo e senza tremolii, durante il quale si dovrebbe sentire la leggerissima tocca del pesce. Se non accade nulla, sempre lentamente ritorno sul fondo e poi dopo una breve pausa riprendere con il precedente movimento. Se sentiamo la tocca, bisogna rispondere all'istante come una molla, ferrando decisi verso l'alto, alzando la canna e il braccio. La reazione del pesce, se di buona taglia è violenta, la corta canna si piegherà vistosamente sotto la trazione, ma dopo una partenza a razzo, il pesce cederà leggermente e si potrà incominciare a recuperarlo, per poi ritornare a tirare quando ormai sarà giunto sotto la barca. Un guadino con maglie larghe di nylon, (in filo unico, non intrecciato), ci permetterà di salpare il pesce senza ingarbugliare i vari ami dell'amettiera.