Pesca a “Mort-manié”o sistema Drachkovitch

Scarica qui il manuale del sistema Drachkovitch (PDF)

La pesca a “ Mort Maniè”, praticamente morto manovrato veniva utilizzata in Francia e fu diffusa in Italia intorno agli anni '80, ma questa tecnica nasce dall’idea di Albert Drachkovitch, un pittore francese amante della pesca, di origine polacca, dalla quale prese appunto il nome “Sistema Drachkovitch”. E’ una tecnica basata sulla sensibilità, avendo in ogni momento l'esca in contatto con il fondale e con la punta della nostra canna quindi, l’attrezzatura impiegata per questa pesca, dovrà essere ben bilanciata per percepire ogni minimo movimento provocato dall’attacco del predatore sull’esca. Questa tecnica permette di catturare quasi tutti i predatori delle acque interne, ed è estesa anche a quelle marittime con ottimi risultati.

Ma ora entriamo nei dettagli del “SistemaDrachkovitch”, in cosa consiste e cosa occorre per praticarla.

Il Mort maniè non è nient’altro che un’imbracatura d’acciaio dove legare un pesce morto o esca siliconica, per poterlo far muovere sul fondale in maniera strana, a brevi saliscendi, attirando così l’attenzione dei predatori, anche di quelli …..più pigri.
Per praticare il Mort maniè dalla barca, occorre una canna sui 2.5 metri, rigida (in commercio ve ne sono di vari tipi e costi, specifiche per questa tecnica), in modo d’avere il massimo contatto con l’esca. Sulla canna montiamo un mulinello classico tipo “3500” che ci permetta una capienza di circa 150 mt. di filo dello 0.30 oppure un tracciato d’uguale portata o superiore, che con la sua rigidità, aumenterà la sensibilità di cui abbiamo bisogno.
Per completare l’attrezzatura, ci vogliono alcune montature Drachkovitch (vedi sotto la fase di costruzione), sulle quali innescheremo le nostre esche, con una procedura mostrata nella sequenza disegnata qui sotto.
Con questa tecnica si possono insidiare lucci, lucioperca, persici reali, boccaloni, cavedani, ecc., per non parlare dell’infinità di predatori del mare, l’unica cosa da considerare è che per ogni pesce, si dovrà impiegare una montatura più o meno grossa, in base alle dimensioni dell’esca destinata al predatore.
Sono convinto che all’inizio noterete una certa difficoltà nell’impratichirvi, ma con il tempo e l’esperienza avrete soddisfazioni notevoli.

Costruiamo l’imbracatura per il “mort-manié”

Per poter realizzare le imbracature per la tecnica del morto manovrato occorrono:
- Filo armonico del diametro di circa 8 decimi di millimetro ( reperibile nelle ferramente)
- Del filo di rame paragonabile come diametro a un filo da pesca dello 0.30
- Del filo tracciato da pesca o del cavetto termosaldante di portata di almeno 4 o 5 kg. per le montature non destinate ai lucci
- Due ancorette di misura variabile a secondo dell’imbracatura ( solitamente la proporzione è come quella dei minnows in rapporto all’esca da impiegare)
- Dei piombi a sfera con spacco “chevrotines”(disponibili in scatolette con varie grammature nei negozi di pesca)
- Una pinza a becchi fini per sagomare il filo d’acciaio armonico
- Un tronchese per tagliare il filo d’acciaio
- Colla cianoacrilica (tipo Attak)

Fasi di costruzione (numerazione riferita alle immagini):

1 - si taglia un pezzo di filo d’acciaio armonico, e lo si sagoma come nella foto, calcolando la misura in base al piombo
2 - dopo s’inserisce il “doppio occhiello” ottenuto, nel piombo, verificando che si disponga in centro e si serra il piombo con una pinza o un colpetto di martello
3 - a questo punto si realizza la struttura che serve a trattenere il pesce esca, sempre con il filo d’acciaio ( la lunghezza può variare da 4/5 cm. per esche piccole fino a 10 cm. e oltre per quelle destinate a grossi predatori)
4 - infiliamo la struttura realizzata in uno degli occhielli del piombo fatto in precedenza
5 - a questo punto si effettua una legatura serrata con il filo di rame e poi si fissa il tutto con la colla facendo attenzione a non incollare l’anello della struttura con quello del piombo
6 - prendiamo un pezzo di treccia o cavetto termosaldante, e leghiamo alle estremità due ancorette (la lunghezza varia a secondo del pesce impiegato, considerando che un’ancoretta va sul fianco e l’altra presso la pinna anale)
7 - fatto questo, prendiamo il filo, lo pieghiamo a -V- in modo da posizionare le ancorette una al doppio della distanza dell’altra, (es. come fig. 6), facciamo passare i filo doppio nell’occhiello del piombo, e poi, una alla volta le ancorette nell’asola che si sarà formata, tiriamo per stringere bene l’asola in modo da fissare il tutto come se fosse un doppio terminale
8 - ora prendiamo il filo di rame, ne tagliamo circa 25 cm e lo fissiamo sempre all’occhiello del piombo, vedi foto

9 - in questa foto si vedono alcuni particolari
10 - la nostra imbracatura è terminata, non ci resta che collaudarla.